UNDER 13 GIRONE M 16/02/2013: VARLUNGO VOLLEY - CERTALDO 1 - 2
18-02-2013 11:02 - UNDER 13

Altra giornata decisamente grigia per la nostra squadra, riceviamo il Certaldo, ultimo in classifica del girone M, è la terza giornata e dopo due sconfitte con squadre tutt´altro che imbattibili, tutti speriamo che sia la volta buona per segnare la prima vittoria, ma purtroppo tutti sanno anche che chi visse sperando......
Primo set, come nelle precedenti partite le coach decidono di schierare la "linea verde", con il chiaro intento di guarire dalla "sindrome del campo" molte delle ragazze ancora attanagliate da questo virus.
Ne scaturisce un set tutt´altro che entusiasmante, il Certaldo è un po´ più attento in difesa e quasi nullo in attacco, la nostra squadra è nulla in attacco e decisamente intorpidita in fase difensiva, le avversarie vanno in vantaggio subito, il Varlungo non mostra le unghie, i denti forse risentono un po´ troppo degli apparecchi di correzione e restano ben nascosti, e così, mosciamente, vediamo sfumare anche questo set ci fermiamo a 17.
Secondo set, apertura da incubo andiamo sotto per 10 a 0, il Certaldo non picchia nemmeno più di tanto ma abbiamo comunque l´impressione che ci prenda a pallate, le uniche che non se ne accorgono, tranne pochissime eccezioni, sono le nostre ragazze in campo, perdiamo il set per 25 a 7 (!!!)
Come ben sappiamo in questo tipo di campionato i segna punti sono della società ospitante, così come l´arbitro e naturalmente l´addetto all´arbitro, queste figure, oltre alle coach, non possono abbandonare il campo finchè la partita non è terminata, è così che una tranquilla partita U13 si può trasformare in un tormento: la voglia del segnapunti di volare referto, penna e sedia in mezzo al campo, la tentazione dell´arbitro di attaccare il fischietto al seggiolone salutare e andare a fare una passeggiatina di 25-30 km, tanto per smaltire un po´.
Il dirigente che vorrebbe togliersi la tuta e andare in campo al posto di qualcuna delle nostre sognanti fanciulle, ma non può, è un uomo con più di 13 anni.
La depressa torcida, più silenziosa di una biblioteca in orario di chiusura, forse non avverte i malesseri dello staff, ma comincia a chiedersi se le nostre atlete non siano delle adepte di Tafazzi, una setta segreta adorante di quel buffo personaggio che, armato di manganello, si tormentava con dei colpi terribili la zona inguinale e nonostante questo insisteva sorridendo nella sua dolorosa pratica.
La nostra squadra continua a prendere "pallate" dalle avversarie ma non si scuote, la "sindrome del campo" non abbandona le gambe, ma soprattutto le teste, delle nostre ragazze, le coach insistono a schierarle sperando di vedere un barlume di quello che mostrano nell´allenamento settimanale, ma alla terza partita non si vedono miglioramenti, anzi.
E´ come andare al nou camp di Barcellona a vedere gli allenamenti, ammiri Messi e Iniesta, ma la domenica in campo si trasformano in Comotto e Romulo sul centrale di Cesena, altro che Tafazzi.
Terzo set la coach cambia registro, non ce la fa più nemmeno lei, rimescola le carte e mette in campo una squadra meno "verde" e ancora una volta vinciamo facile il set, si rivedono gli attacchi, si rivede la difesa, si rivede l´agonismo, chiudiamo il set, mai in discussione, fermando il Certaldo a 20.
Lasciamo il pala-Tafazzi, allegri come quando dobbiamo fare il calcolo dell´imu, siamo all´ultimo posto del girone, abbiamo perso da una squadra che fino ad oggi non aveva messo insieme un set, ci chiediamo quando e se mai scatterà la molla dell´amor proprio, di quell´orgoglio finora latente in molte della nostre atlete, o se, nostro malgrado, dovremo prendere tutti la tessera del Tafazzi-club.
Coraggio e alla prossima.
Primo set, come nelle precedenti partite le coach decidono di schierare la "linea verde", con il chiaro intento di guarire dalla "sindrome del campo" molte delle ragazze ancora attanagliate da questo virus.
Ne scaturisce un set tutt´altro che entusiasmante, il Certaldo è un po´ più attento in difesa e quasi nullo in attacco, la nostra squadra è nulla in attacco e decisamente intorpidita in fase difensiva, le avversarie vanno in vantaggio subito, il Varlungo non mostra le unghie, i denti forse risentono un po´ troppo degli apparecchi di correzione e restano ben nascosti, e così, mosciamente, vediamo sfumare anche questo set ci fermiamo a 17.
Secondo set, apertura da incubo andiamo sotto per 10 a 0, il Certaldo non picchia nemmeno più di tanto ma abbiamo comunque l´impressione che ci prenda a pallate, le uniche che non se ne accorgono, tranne pochissime eccezioni, sono le nostre ragazze in campo, perdiamo il set per 25 a 7 (!!!)
Come ben sappiamo in questo tipo di campionato i segna punti sono della società ospitante, così come l´arbitro e naturalmente l´addetto all´arbitro, queste figure, oltre alle coach, non possono abbandonare il campo finchè la partita non è terminata, è così che una tranquilla partita U13 si può trasformare in un tormento: la voglia del segnapunti di volare referto, penna e sedia in mezzo al campo, la tentazione dell´arbitro di attaccare il fischietto al seggiolone salutare e andare a fare una passeggiatina di 25-30 km, tanto per smaltire un po´.
Il dirigente che vorrebbe togliersi la tuta e andare in campo al posto di qualcuna delle nostre sognanti fanciulle, ma non può, è un uomo con più di 13 anni.
La depressa torcida, più silenziosa di una biblioteca in orario di chiusura, forse non avverte i malesseri dello staff, ma comincia a chiedersi se le nostre atlete non siano delle adepte di Tafazzi, una setta segreta adorante di quel buffo personaggio che, armato di manganello, si tormentava con dei colpi terribili la zona inguinale e nonostante questo insisteva sorridendo nella sua dolorosa pratica.
La nostra squadra continua a prendere "pallate" dalle avversarie ma non si scuote, la "sindrome del campo" non abbandona le gambe, ma soprattutto le teste, delle nostre ragazze, le coach insistono a schierarle sperando di vedere un barlume di quello che mostrano nell´allenamento settimanale, ma alla terza partita non si vedono miglioramenti, anzi.
E´ come andare al nou camp di Barcellona a vedere gli allenamenti, ammiri Messi e Iniesta, ma la domenica in campo si trasformano in Comotto e Romulo sul centrale di Cesena, altro che Tafazzi.
Terzo set la coach cambia registro, non ce la fa più nemmeno lei, rimescola le carte e mette in campo una squadra meno "verde" e ancora una volta vinciamo facile il set, si rivedono gli attacchi, si rivede la difesa, si rivede l´agonismo, chiudiamo il set, mai in discussione, fermando il Certaldo a 20.
Lasciamo il pala-Tafazzi, allegri come quando dobbiamo fare il calcolo dell´imu, siamo all´ultimo posto del girone, abbiamo perso da una squadra che fino ad oggi non aveva messo insieme un set, ci chiediamo quando e se mai scatterà la molla dell´amor proprio, di quell´orgoglio finora latente in molte della nostre atlete, o se, nostro malgrado, dovremo prendere tutti la tessera del Tafazzi-club.
Coraggio e alla prossima.