UNDER 16 GIRONE M - 2/03/2016 - RINASCITA BLU - VOLLEY CLUB LE SIGNE 2 - 3
07-03-2016 09:34 - UNDER 16

Mercoledì sera, sul campo di casa, la nostra squadra era attesa ad un test importante: lo scontro con la squadra de Le Signe che, con una partita in meno, ci appaiava in classifica, vincere avrebbe voluto dire confermare la terza posizione, viceversa una sconfitta avrebbe sancito il sorpasso, con possibile futuro distacco, da parte della squadra di Signa.
Due squadre appaiate in classifica che giocano un ottimo volley, c’erano tutte le aspettative per vedere un bel match e invece le aspettative sono state . . . stracciate, superate, doppiate, annichilite, poiché ne è scaturito un match bellissimo, tirato dal primo al quinto set con le due compagini che hanno offerto uno spettacolo non solo godibile ma decisamente entusiasmante. Roba da nervi d’acciaio.
Da subito si comprende che le ragazze della Rinascita oltre ai nervi dovevano avere anche muscoli d´acciaio. Gli infortuni e, finalmente, la neve hanno ridotto la nostra compagine limitando le scelte della coach.
Si parte soffrendo, con un parziale di 3 a 9. Sugli spalti, la parte della tribuna dove ci si era appollaiati, subiva l´entusiasmo dei genitori avversari, entusiasti dell´ andamento della partita ma anche della prova delle loro ragazze. Ma ancora non era andata in battuta la cecchina per eccellenza, stanca ma comunque concentrata: 10 a 10. Se vi capiterà di schierarVi in campo contro una biondina dall´aria assopita, un pò imbronciata, lasciate perdere! Non mettetevi lì a cercare di ricevere. Meglio aspettare il suo errore.
E dire che Le Signe proponevano in formazione un libero che sicuramente ritroveremo nel novero delle maggiori atlete italiane nei prossimi anni a venire. Micidiale: appassionata del suo ruolo, tutto ciò che ha una forma sferica che tende a cadere fra zona 3,4,5,6, per lei è un obiettivo. In un balzo diviene un pallone giocabile per l´alzatrice. Chapeaux!
Ma le ragazze della Rinascita sono gasatissime. 25 a 19. Vibrante e anche un pò ben augurante.
Il secondo set vede Le Signe proporre dei cambi. E con delle rotazioni di bande e centrali con gran fisico e un buon braccio, proposte a migliorare un impianto di gioco già molto solido, per noi il rischio poteva essere soccombere per stanchezza. 3 a 3 . 9 a 9 . 22 a 22. La coach ha provato dei cambi, anche solo per un turno di battuta, cercando nello sparuto drappello di atlete in panchina qualcuna che potesse copiare l´exploit della Claudia. Ma tranne un ice, il set è stato caratterizzato da una serie di lunghi scambi che alla lunga hanno penalizzato le ragazze sempre in campo. Fino a un conseguente 23 a 25. Così è stato.
Si torna in campo. La parte di tribuna con i genitori “avversari” sembra gradire il terzo set. 0 a 4. 14 a 16. Sembrano le Signine allungare. Ma seppur con fatica le nostre ragazze si risollevano. Con 3,4,5 e 6 ben coperte e un fronte d’attacco che non riesce a giocare lungo linea, le nostre bande nei prolungati scambi fanno una fatica immane a metter giù i punti decisivi. Eppure ce la fanno. Passano in testa 22 a 21. Ma non allungano. Il set si chiude per noi 26 a 24. Seppur con qualche mugugno della tifoseria avversaria, il set ci arride giustamente: ogni stilla di sudore, quelle energie che sembrano essere state trovate nei meandri del coraggio e quell’ardore che improvvisamente si era riacceso negli occhi delle ragazze, fanno la differenza.
E cosi si parte con un ottimo atteggiamento nel quarto set. Dal 5 a 5 ci si porta sul 13 a 9. Fino ad ora la nostra ricezione aveva tenuto il braccio di una banda avversaria capace di anticipare molto l’attacco in prima linea e di incidere con efficacia dalla seconda linea. Si è visto anche qualche bel muro. Ma sudore, energie e quindi ardore possono finire anche tutte insieme. Non si mura più. Non si prova nemmeno ad alzarlo, non si prova nemmeno a tentare dei … tentativi di muro. Le nostre bande non hanno più la forza di continuare a martellare in diagonale per anche più di tre, quattro volte nell’ arco di un punto tanto è efficace la ricezione delle ragazze de Le Signe. 16 a 16. Arrivano anche dei falli, ben accolti dalla tifoseria avversaria, naturali vista la perdita di lucidità. 20 a 23. Anche la cecchina spara fuori la sua battuta. Si è spenta la luce. 21 a 25.
Si va al tie breack. Un terno a lotto con le solite 6 in campo. 3 a 3 . Si spera in un colpo di coda. Un punto in più ci farebbe comodo per tenere la squadra avversaria, temibile per la classifica, ancora sotto. Ma sotto ci si vai noi al cambio campo. 7 a 9. La luce si è spenta definitivamente 8 a 15.
Un punto a noi, due a loro. Giusto così. Onore alla bravura delle avversarie, Bravissime alle nostre per quello che hanno dato. Tutto! Dopo 121(!) minuti di gioco effettivo la nostra squadra ha capitolato di fronte ad un avversario che ha mostrato grandissime doti difensive, non facendo cadere un pallone, e un’ottima fase di palleggio, ma bisogna sottolineare la prova maiuscola e di sostanziale equilibrio offerta da entrambe le squadre. Un vero spettacolo.
La nostra squadra ha pagato una partenza con braccio soft, qualche errorino gratuito e un po’ di prevedibilità in attacco ma . . . ari chapeaux! A coach e atlete per quanto mostrato in campo.
Che dire. Noi ci siamo divertiti. Non capiamo perché l’arbitro debba essere sempre contestato ma siamo assolutamente fieri che una ventina di ragazze si siano impegnate così con profitto per poter vincere, senza eccessi e recriminazioni ma solo con l’impegno, una partita dello sport più completo del panorama olimpico. Ari ari Chapeaux alle società e ai coach che si impegnano in questo, formando atlete e, innanzitutto, donne del futuro.
Due squadre appaiate in classifica che giocano un ottimo volley, c’erano tutte le aspettative per vedere un bel match e invece le aspettative sono state . . . stracciate, superate, doppiate, annichilite, poiché ne è scaturito un match bellissimo, tirato dal primo al quinto set con le due compagini che hanno offerto uno spettacolo non solo godibile ma decisamente entusiasmante. Roba da nervi d’acciaio.
Da subito si comprende che le ragazze della Rinascita oltre ai nervi dovevano avere anche muscoli d´acciaio. Gli infortuni e, finalmente, la neve hanno ridotto la nostra compagine limitando le scelte della coach.
Si parte soffrendo, con un parziale di 3 a 9. Sugli spalti, la parte della tribuna dove ci si era appollaiati, subiva l´entusiasmo dei genitori avversari, entusiasti dell´ andamento della partita ma anche della prova delle loro ragazze. Ma ancora non era andata in battuta la cecchina per eccellenza, stanca ma comunque concentrata: 10 a 10. Se vi capiterà di schierarVi in campo contro una biondina dall´aria assopita, un pò imbronciata, lasciate perdere! Non mettetevi lì a cercare di ricevere. Meglio aspettare il suo errore.
E dire che Le Signe proponevano in formazione un libero che sicuramente ritroveremo nel novero delle maggiori atlete italiane nei prossimi anni a venire. Micidiale: appassionata del suo ruolo, tutto ciò che ha una forma sferica che tende a cadere fra zona 3,4,5,6, per lei è un obiettivo. In un balzo diviene un pallone giocabile per l´alzatrice. Chapeaux!
Ma le ragazze della Rinascita sono gasatissime. 25 a 19. Vibrante e anche un pò ben augurante.
Il secondo set vede Le Signe proporre dei cambi. E con delle rotazioni di bande e centrali con gran fisico e un buon braccio, proposte a migliorare un impianto di gioco già molto solido, per noi il rischio poteva essere soccombere per stanchezza. 3 a 3 . 9 a 9 . 22 a 22. La coach ha provato dei cambi, anche solo per un turno di battuta, cercando nello sparuto drappello di atlete in panchina qualcuna che potesse copiare l´exploit della Claudia. Ma tranne un ice, il set è stato caratterizzato da una serie di lunghi scambi che alla lunga hanno penalizzato le ragazze sempre in campo. Fino a un conseguente 23 a 25. Così è stato.
Si torna in campo. La parte di tribuna con i genitori “avversari” sembra gradire il terzo set. 0 a 4. 14 a 16. Sembrano le Signine allungare. Ma seppur con fatica le nostre ragazze si risollevano. Con 3,4,5 e 6 ben coperte e un fronte d’attacco che non riesce a giocare lungo linea, le nostre bande nei prolungati scambi fanno una fatica immane a metter giù i punti decisivi. Eppure ce la fanno. Passano in testa 22 a 21. Ma non allungano. Il set si chiude per noi 26 a 24. Seppur con qualche mugugno della tifoseria avversaria, il set ci arride giustamente: ogni stilla di sudore, quelle energie che sembrano essere state trovate nei meandri del coraggio e quell’ardore che improvvisamente si era riacceso negli occhi delle ragazze, fanno la differenza.
E cosi si parte con un ottimo atteggiamento nel quarto set. Dal 5 a 5 ci si porta sul 13 a 9. Fino ad ora la nostra ricezione aveva tenuto il braccio di una banda avversaria capace di anticipare molto l’attacco in prima linea e di incidere con efficacia dalla seconda linea. Si è visto anche qualche bel muro. Ma sudore, energie e quindi ardore possono finire anche tutte insieme. Non si mura più. Non si prova nemmeno ad alzarlo, non si prova nemmeno a tentare dei … tentativi di muro. Le nostre bande non hanno più la forza di continuare a martellare in diagonale per anche più di tre, quattro volte nell’ arco di un punto tanto è efficace la ricezione delle ragazze de Le Signe. 16 a 16. Arrivano anche dei falli, ben accolti dalla tifoseria avversaria, naturali vista la perdita di lucidità. 20 a 23. Anche la cecchina spara fuori la sua battuta. Si è spenta la luce. 21 a 25.
Si va al tie breack. Un terno a lotto con le solite 6 in campo. 3 a 3 . Si spera in un colpo di coda. Un punto in più ci farebbe comodo per tenere la squadra avversaria, temibile per la classifica, ancora sotto. Ma sotto ci si vai noi al cambio campo. 7 a 9. La luce si è spenta definitivamente 8 a 15.
Un punto a noi, due a loro. Giusto così. Onore alla bravura delle avversarie, Bravissime alle nostre per quello che hanno dato. Tutto! Dopo 121(!) minuti di gioco effettivo la nostra squadra ha capitolato di fronte ad un avversario che ha mostrato grandissime doti difensive, non facendo cadere un pallone, e un’ottima fase di palleggio, ma bisogna sottolineare la prova maiuscola e di sostanziale equilibrio offerta da entrambe le squadre. Un vero spettacolo.
La nostra squadra ha pagato una partenza con braccio soft, qualche errorino gratuito e un po’ di prevedibilità in attacco ma . . . ari chapeaux! A coach e atlete per quanto mostrato in campo.
Che dire. Noi ci siamo divertiti. Non capiamo perché l’arbitro debba essere sempre contestato ma siamo assolutamente fieri che una ventina di ragazze si siano impegnate così con profitto per poter vincere, senza eccessi e recriminazioni ma solo con l’impegno, una partita dello sport più completo del panorama olimpico. Ari ari Chapeaux alle società e ai coach che si impegnano in questo, formando atlete e, innanzitutto, donne del futuro.